giovedì 10 maggio 2012

Esplorando il mondo: Napoli


Sera a tutte ragazze :3
Ieri dovevo postare la mia nuova rubrica "Esplorando il mondo" [banner ancora non pronto], ma avevo degli impegni e quindi solo per questa volta la posto oggi ;)

Esplorando il mondo ci consiglia:

NAPOLI

L'ho scelta perchè io vivo lì e per me significa molto.
Partiamoo *w*

Napoli è un comune italiano, capoluogo della Campania. E' il cuore di una delle aree metropolitane più popolose d' Europa.
Nel 1955, il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, è riconosciuto dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità. Napoli è sede tra gli altri del Comando Forse Integrate Alleate, base di comando della NATO e nel quartiere Posillipo si trova Villa Rosebery, che dal 1932 al 1946 fu la residenza estiva di Casa Savoia e che attualmente è una delle tre residenze ufficiali della Presidenza della Repubblica.

ARTE E ARCHITETTURA:
Napoli è una delle città a maggior densità di risorse culturali e monumenti nel mondo che ne testimoniano la sua evoluzione storico-artistica. Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana, e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della città.
Napoli è ricca di Castelli come il Maschio Angioino (o Castel Nuovo), Castel Capuano, Castel Sant'Elmo, Castel dell'Ovo e la Caserma di Garibaldi, il Castello di Nisida, il Castello del Carmine.
Napoli non è solo ricca di Castelli, ma anche di Musei:


LINGUA
La lingua napoletana (napulitano) è una lingua romanza, riconosciuta dall'UNESCO come lingua a tutti gli effetti.
Il napoletano ha subìto nella sua storia, come molte altre lingue, influenze e "prestiti" dai vari popoli che hanno abitato o dominato la Campania e l'Italia centrale e meridionale, i coloni greci ed i mercanti bizantini nell'epoca del Ducato di Napoli fino al IX secolo, gli arabi, e le dominazioni normanna, francese e spagnola.
Le prime testimonianze scritte si hanno già nel 960 con il famoso Placito di Capua, mentre la prima opera in prosa è considerata comunemente un testo di Matteo Spinelli, i Diurnali, un cronicondegli avvenimenti più importanti del Regno di Sicilia del XI secolo, fino al 1268.
Il napoletano sostituì il latino nei documenti ufficiali e nelle assemblee di corte a Napoli, dall'unificazione delle Due Sicilie, per decreto di Alfonso I nel 1442, e per oltre un secolo fu la lingua ufficiale del Regno. Nel XVI secolo il re Ferdinando il Cattolico impose il castigliano come nuova lingua ufficiale e il napoletano di stato sopravviveva solo nelle udienze regie, negli uffici della diplomazia e dei funzionari pubblici. In seguito il cardinale Girolamo Seripando, nel 1554, stabilì poi che in questi settori venisse sostituito dal volgare toscano.


CUCINA

LA PIZZA
La pizza, prodotto culinario napoletano per eccellenza, si diffonde in città tra il Seicento e il Settecento senza avere tuttavia le caratteristiche attuali. Si tratta infatti inizialmente di una variante della focaccia, arricchita con basilico o strutto o alici e più tardi con pomodoro e mozzarella di bufala campana o fior di latte. Solo nell'Ottocento inizia la moda dei buongustai di pizza e la prima vera pizzeria della quale si conosce il nome fu aperta nel 1830 nella zona di Port'Alba. La ricetta classica più nota risale invece al 1889. L'associazione "Verace Pizza Napoletana"[93] fondata nel 1984 dai più antichi maestri pizzaioli diffonde d'allora la metodologia di produzione e degustazione della verace pizza napoletana artigianale, associando le pizzerie nel mondo che utilizzano i prodotti previsti e la corretta metodologia. Ogni anno a Napoli a settembre si svolge il Pizzafest nella sede della Mostra d'Oltremare dove si può degustare una pizza scegliendo tra le dozzine di pizzerie all'aperto.

la pizza

LA PASTASCIUTTA

Non si ferma certo alla pizza il vasto campionario della cucina napoletana. Necessario citare infatti almeno gli spaghetti: l'immagine tipica dell'affamatoPulcinella che s'ingozza con un piatto di spaghetti al pomodoro è tipica dell'iconografia napoletana, ed è stata ripresa anche da Totò nel suo Miseria e nobiltà. Tra i modi più tipici di cucinare gli spaghetti (o anche vermicelli) a Napoli vi è quello di condirli con le vongole. Gli spaghetti alle vongole possono essere o in bianco o col pomodoro e possono essere conditi o con vongole veraci o con lupini. Altra tradizione è quella del ragù, tipico piatto domenicale. Probabilmente derivante dal ragôut francese, il ragù (o rraù in napoletano, celebrato in una poesia e in una commedia di De Filippo)[94] è una salsa di lunga ed elaborata preparazione (cinque-sei ore di cottura) fatta con pomodoro e carne di vitello o di maiale, soprattutto nel periodo di Carnevale, e va servita su pasta col buco, in particolare i tradizionali ziti.


I dolci 

sfogliatelle
Ci sono poi dolci legati a festività, come la pastiera che si mangia a Pasqua, fatta con pasta frolla e grano cotto nonché con ricotta, cedro, arancia e zuccacandita. A Natale ci sono gli struffoli, piccole sferette fritte ricoperte di diavolilli (confettini colorati), canditi e miele, che si suppone siano stati portati dagli antichi greci (stroungolous è una parola che significa arrotondato). A Carnevale, infine, ci sono le chiacchiere, fritte e ricoperte di zucchero a velo, il migliaccio, fatto con semola, latte e ricotta, ed infine il sanguinaccio, crema in origine fatta di sangue di maiale e oggi di cioccolata aromatizzata con la cannella.Celeberrima è anche la tradizione dolciaria napoletana, che ha beneficiato degli influssi delle diverse corti (e rispettivi cuochi ufficiali) che si sono succedute nella città. Tra le diverse specialità la più nota è probabilmente la sfogliatella, che può essere "riccia" o "frolla" a seconda della preparazione della pasta sfoglia che la compone: realizzata nel Settecento nel monastero di Santa Rosa situato a Conca dei Marini, nei pressi di Amalfi, il ripieno è a base di crema diricottasemolinovanigliacedro scorzette di arancia candite. Vi è poi il babà, forse di origini polacche, dolcetto fatto con pasta morbida imbevuto di sciroppo a base di limone e rum e che poi può essere ricoperto in superficie con crema pasticciera e frutta fresca. Le zeppole mangiate il giorno di San Giuseppe - e che per questo a volte sono confuse con le zeppole di San Giuseppe (bignè alla crema) - sono a Napoli morbide ciambelline ricoperte di zucchero candito.

Personalità legate a Napoli 


PULCINELLA
Pulcinella (napoletanoPulecenella) è una maschera napoletana della commedia dell'arte.
La maschera di Pulcinella come la conosciamo oggi, è stata inventata ufficialmente a Napoli dall'attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento. Le origini di Pulcinella sono però molto più antiche. Le ipotesi sono varie: c'è chi lo fa discendere da “Pulcinello” un piccolo pulcino perché ha il naso adunco; c'è chi sostiene che un contadino di Acerra, Puccio d'Aniello, nel '600 si unì come buffone ad una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese. Altri ancora, come Margarete Bieber vanno ancora più indietro nel tempo fino al IV secolo a.C. e sostengono che Pulcinella discende da Maccus, personaggio delle Atellane romane. Maccus rappresentava una tipologia di servo dal naso lungo e dalla faccia bitorzoluta con guancie grosse, con ventre prominente, che indossava una camicia larga e bianca.

TOTO'
Totònome d'arte di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curtis (Napoli15 febbraio1898 – Roma15 aprile 1967), è stato un attorecommediografoparolierepoeta e sceneggiatore italiano. Soprannominato "il principe della risata", è considerato uno dei più grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano[2].
Totò, nome d'arte di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curtis (Napoli15 febbraio1898 – Roma15 aprile 1967), è stato un attorecommediografoparolierepoeta e sceneggiatore italiano. Soprannominato "il principe della risata", è considerato uno dei più grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano[2].
Totò spaziò in tutti i generi teatrali, con oltre 50 titoli, dal variété all'avanspettacolo, alla "grande rivista" di Michele Galdieri, passando per il cinema, con 97 film interpretati dal 1937 al 1967, visti da oltre 270 milioni di spettatori, un primato nella storia del cinema italiano,[5] e la televisione con una serie di 9 telefilm diretti da Daniele D'Anza, poco prima della scomparsa, ormai ridotto alla quasi cecità per la lunga esposizione ai fari di scena[6] che lo aveva costretto nel 1957 ad abbandonare il palcoscenico.
Grande maschera nel solco della tradizione della Commedia dell'Arte, accostato di volta in volta a comici come Buster Keaton o Charlie Chaplin[7], conservò fino alla fine una sua unicità interpretativa che risaltava sia in copioni puramente brillanti (diretto, tra gli altri, da Mario MattoliCamillo Mastrocinque o Sergio Corbucci), sia in parti drammatiche, interpretate alla fine della carriera, con maestri del calibro di Alberto Lattuada o Pier Paolo Pasolini. A distanza di decenni i suoi film riscuotono ancora grande successo, e molte delle sue memorabili battute e gag-tormentoni sono spesso diventate anche perifrasi entrate nel linguaggio comune.

Antonio de Curtis, in arte Totò

(PER ALTRE INFO ANDATE QUI)



Il nostro viaggio con Napoli finisce qui, però vorrei aggiungere una cosa.

ALCUNE PERSONE DISPREZZANO NAPOLI E LA COLLEGANO SOLO ALLA SPAZZATURA. NON E' PERCHE' E' LA CITTA' DOVE VIVO, MA DI SPAZZATURA NON CE NE E' SOLO QUI, MA DA TUTTE LE PARTI. DITE CHE I NAPOLETANI SONO CAFONI E INVECE NON TUTTI SONO COSI'. SPERO CHE CON QUESTO VIAGGIO AVRETE CAPITO CHE NAPOLI HA ANCHE LATI POSITIVI, ANZI LA MAGGIOR PARTE. 


Al prossimo viaggio con ROMA ;)


2 commenti:

Alessia ha detto...

<3 <3 <3

Anonimo ha detto...

Oddio le sfogliatelle... :Q_______

ps. sono stevie ma non c'ho voglia di fare il login xD